Monte Formin


Sabato 05/07/2008 da solo

Tempo salita      : ore 2,00
Percorso intero:  ore 3,30
Dislivello salita: m. 350
Impegno             : E
Carta 1/25.000 : Tabacco foglio 15


Una rivelazione. Quella lunga serie di pareti che si ammirano e si fotografano dal Passo Giau, sono le mura di un altopiano facile da esplorare e da risalire fino al punto più alto. Dallo stesso, dominiamo il valico e quei prati tanto contesi in passato per il privilegio del pascolo e della fienagione, tra le Comunità di Cortina e S.Vito. Le dispute si risolsero infine, nel 1753, con la costruzione di un muro divisorio per buona parte visibile ancora oggi (Muraglia di Giau). Le ombre delle nuvole giocano a rincorrersi sui Lastói e le correnti d’aria scuotono i fiori che nascono tra i ciuffi d’erba ma anche dalla nuda roccia. Creano una dinamica effimera, in un ambiente apparentemente statico e monotono. Le distanze ingannano allora, pur non essendo grandissimo e ci troviamo soli a raggiungere la cima, sempre più lontano dalle piste battute. Subentra l’ansia se le nebbie nascondono l’omino successivo e attendiamo l’ennesimo colpo di scopa che allontana la nuvola. Pur rallentando però andiamo avanti lo stesso, perché sappiamo non esserci pericoli imminenti ma anche perché ci guida lo stesso istinto che ci trascina ogni volta verso la montagna.


Percorso:
Quando si scavalca la Forcella Giau, giungendo dall’omonimo Passo, ci si affaccia a un quadro che fa restare a bocca aperta. Allunghiamo ancora un centinaio di metri per fermarci dove si riesce finalmente ad inquadrare l’intero Paradiso verde che è l’Alpe di Mondevàl. Un dolce altopiano di pascoli, contrasta con la severità delle rocce che gli fanno cornice e quei massi franati dalle stesse in ordine sparso, punteggiano di bianco le enormi distese a prato inglese. In centro due innalzamenti pronunciati, quasi due onde gigantesche vanno a impennarsi in rapida successione sopra la Val Fiorentina: il Piz del Corvo (m 2383) e il più appariscente Mondevàl (m 2455) alla cui base sonnecchiano le poche acque del Laghetto Le Baste. Sullo sfondo la mole del Pelmo, troppo grande per potercisi specchiare. La traccia marcatissima prosegue sotto le rocce del Formin, a doppiare la consueta Forcella Ambrizzola. Quasi tutte le persone che transitano di qua, infatti, si accontentano di ammirare e fotografare la nostra montagna, snobbandola però verso siti altrettanto belli. Motivo in più per salirla, da soli, dove sul suo culmine l’incalzare del vento copre anche le voci più acute. Ci sorprenderà la quantità e la varietà di fiori se il periodo è quello giusto ed il colpo d’occhio dalla cima.

Tempo totale salita ore 2,00.
Dislivello salita m 350 circa.


Discesa : può interessare la visita ad un sito archeologico nei pressi della Casera Mondevàl de Sóra (m 2158), che si vede bene dalla cima del Mondevàl stesso. A fianco di un grosso masso sono rinvenuti alla luce, una ventina d’anni fa, i resti di un cacciatore mesolitico, con tanto di corredo funebre. Conservato tuttora nel Museo Civico “Vittorino Cazzetta” in Val Fiorentina. L’eccezionale scoperta dimostra che settemila anni fa, insediamenti umani vivevano in questi luoghi, che non dovevano essere granché diversi sotto il profilo orografico. Dalla cima scendiamo quindi in direzione della Casera, senza traccia e piste obbligate, tra i fiori assecondiamo un paio di gobbe perdendo quei trecento metri di dislivello, che dovremo in buona parte recuperare poi, per tornare a Forcella Giau. In quindici minuti siamo al masso, cinto da uno steccato che delimita l’area protetta dai Beni Culturali. Si attendono ancora lavori di ripristino, o di scavo, una bacheca tematica almeno, che testimoni il luogo dell’inconsueto ritrovamento. Per il ritorno s’insiste a nord (poche tracce), incontro alle pareti dello Spiz de Mondevàl, imbattendoci sul marcatissimo sentiero 436 (Alta Via n°1) che a sinistra riporta alla Forcella Giau (ore 0,45) lungo i prati dell’Alpe, più altre ore 0,45 al Passo omonimo.