Monte la Banca


Venerdì 23/06/17 da solo

Tempo salita      : ore 4,00
Percorso intero:  ore 6,40
Dislivello salita: m. 1450
Impegno             : EE 1°sup. pochi metri delicati
Carta 1/25.000 : Tabacco foglio 15


Lontana e severa muraglia che non offre, a prima vista, facili approcci escursionistici. Ma i più intraprendenti, attratti dagli ambienti poco addomesticati, sanno che ci si può arrivare per vie traverse: una cengia naturale attraversa infatti tutta la fiancata del vicino Formenton, portandoci a un passo dalla cima del Monte La Banca. Non senza fatica e grinta però, insistendo là dove gli omini sono crollati e la via poco chiara e invitante. Inoltre un paio di passaggi delicati richiedono la giusta prudenza, ma niente di esagerato che possa impedirci l’arrivo in vetta.


Percorso:
sulla strada Falcade – Passo San Pellegrino, svoltiamo prima a destra seguendo le indicazioni per il Rifugio Fuciade e, passati i tetti di Malga Boèr, andiamo a parcheggiare appena oltre il ponticello sul Rif de Jigolé (m 1850, km 17 da Cencenighe). La dura rampa iniziale ancora asfaltata e chiusa al traffico motorizzato non è l’avvio che preferiamo, anche perplessi da un sospetto passaggio d’auto “autorizzate”. Ma il sorriso ritorna doppiata la prima baita, quando la conca di Fuciade si mostra magica e accogliente. Non manca niente di quel che ci si può aspettare in montagna e viene naturale accelerare il passo. Un piccolo nucleo di vecchi fienili che i legittimi proprietari hanno trasformato ora in belle seconde case …e che un po’ invidiamo. Precedono l’arrivo al Rifugio, dove convergono camminatori e villeggianti da ogni direzione in un clima di assoluta rilassatezza (m 1972, ore 0,25). Il sentiero 607 parte pigramente incontro al Pas de le Cirèle. Aggiriamo il lungo costone delle Saline (che avremo modo di scavalcare tra poco), insistendo anche oltre il rigolo d’acqua e fino a trovare lo svincolo che ci interessa (m 2224, indicazioni). Voltiamo le spalle alla bella Torre Enrica e prendiamo il sentiero 693 per il Passo di Forca Rossa. Ripassiamo il corso d’acqua piuttosto in alto, quasi in capo alla Val dei Meda, nei pressi di un singolare roccione quadrato e zigzagando poi su per i prati guadagniamo lo scollinamento, giusto a breve distanza dalla cima del Monte Le Saline che dobbiamo visitare (m 2402, ore 1,30). Giù dall’altra parte ora, per facili ghiaie, andiamo a scoprire quest’altro meraviglioso angolo delle Dolomiti Bellunesi: un catino d’erba e massi che riempiono gli occhi. Invita a scattare immagini anche belle, ma che difficilmente riusciranno a riportarci poi questi attimi di serenità. Il ghiaione soprastante lascia intravedere tracce incerte e una non facile quanto ovvia prosecuzione. Si tratta infatti di raggiungere in qualche modo la base delle rocce e imboccare la cengia che apre i cancelli alla vetta del Monte La Banca. Non senza fatica fisica e mentale scartiamo a destra ad un certo punto, più per intuizione che grazie agli omini abbattuti e indistinguibili. Ne ricostruiamo un paio ma la stessa natura franosa del terreno lascia poche speranze sulla loro longevità. Con ripidi passi oltrepassiamo un canalino e avviciniamo la parete, dove ricompare improvvisa la traccia solida e incoraggiante. Senza più tentennamenti ci porta ora ad attraversare tutta la fiancata del Formenton, preoccupati più per l’eventuale caduta di sassi che per alcuni passaggi stretti e delicati e l’aggiramento di qualche sporgenza (un masso precario va scavalcato con uno strappo di 1°). Fuoriusciamo sopra la panoramica spalla meridionale che già appaga di tutto, ma la nostra cima è lì davanti, invitante e bella (grosso omino, m 2760 ore 3,30). La sosta è d’obbligo, incantati dalla Marmolada studiamo i tracciati estremi che la salgono e hanno fatto la storia dell’alpinismo. Con molta prudenza attraversiamo l’esile crestina che anticipa l’ultimo pendio alla cima. Sono pochi metri orizzontali ancora sul 1°, ma il vuoto attorno non aiuta. Scesi alla forcella, attacchiamo subito i detriti del versante nordoccidentale spendendo le ultime energie che ci rimangono. La traccia è disturbata e poco aiuta verso l’ultimo allungo all’omino più importante. Seguiamo il profilo sempre meno inclinato, ma sempre con più foga sfiorando una spaccatura e fino al punto più alto (Monte La Banca m 2875, ore 4,00 dalla macchina).

Tempo totale salita ore 4,00.
Dislivello salita m 1050 circa


Discesa :
a ritroso fino al ghiaione e in breve di nuovo sul sentiero 693. Una vistosa traccia scende in slalom tra i massi piccoli e grandi, piacevole e distensiva, dà modo di pensare a quanto si è fatto e a quanto si è visto. Una lunga passeggiata verso il fondo valle fiorito, a convogliare sul sentiero 670 che proviene dalla Forca Rossa. Oltre un cancello, il breve pendio alberato che riaccompagna al Rifugio Fuciade e di seguito alla macchina (ore 2,40).