Domenica 05/09/2010 da solo
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Carta 1/25.000 :
Impegno :
ore 4,00
ore 6,30
m. 1360
Tabacco foglio 25
E-EE terreno con lieve traccia nella parte finale alla cima
Sottogruppo del Bosconero che arriva alle porte di Longarone. Oltre Forcella Pezzéi, infatti, assume una propria individualità, elevandosi nuovamente con un anfiteatro di creste che si salgono escursionisticamente. Boschi e pascoli antichi da attraversare faticosamente e senza alcuna difficoltà. I sentieri sono buoni e le stradine rinforzate con i sassi per poter portare le bestie fino alle malghe alte. Quei muretti a secco poi, che ci accompagnano ben in alto, sono una caratteristica di queste montagne. Per liberare i prati dalle pietre certo, ma anche per motivi estetici, perché chi vi abita ama la sua terra e fatica costantemente per migliorarla. Anche quando sono terreni scoscesi di montagna e anche quando si ottengono aiuti insufficienti a salvaguardare quello che è patrimonio di tutti.
Percorso:Podenzoi (m 809, 300 abitanti circa) è un bel paesino che domina la valle del Piave, appena sopra Longarone. Ci si arriva da Castellavazzo, abbandonando la trafficata Strada Alemagna che prosegue a Pieve di Cadore. Passiamo le poche case di Olantreghe e a tornanti saliamo ancora fino alle porte di Podenzoi (km 5 da Longarone). Svoltiamo prima a destra, portandoci sulla strada alta del paese e parcheggiamo vicino la fermata del bus e l’imbocco del sentiero 484 per Casera Busnìch. Questa sarà la via del ritorno, noi camminiamo lungo la strada asfaltata ancora per trecento metri, fino all’imbocco del sentiero 482 e Alta Via n° 3, ormai nella sua fase finale (Indicazioni per il Bivacco Tovanella e la Casera Colón). In marcia dunque, il viottolo è lastricato e incanalato tra muretti di sassi. Ci porta diagonalmente ad intersecare una stradina bianca e l’assecondiamo fino ad uno svincolo a destra (segnavia poco vistoso). Il bosco ben tenuto e la pendenza non eccessiva incoraggiano all’avventura. Giunti sulla dorsale, la risaliamo piegando a destra e trovandoci presto ad un bivio, appena sotto un edificio. Lo lasciamo sulla sinistra (piccolo segnavia sulle pietre) e proseguiamo fino a sbucare sul Col Daloi (capitello a S. Antonio e croce dedicata ai caduti di tutte le guerre). Ci sorprendono delle trincee ancora riconoscibili e le seguiamo sul versante zoldano. Passiamo un prato e andiamo a risalire il costone che abbiamo davanti. Ancora resti di trincea, un cartello dice che siamo sulla buona strada. Un traverso dentro il bosco e ancora uno scavalcamento erboso in località Tarondol (m 1490). Qui sopraggiunge anche la traccia da Igne, quasi invisibile (sent.486). Di nuovo tra gli alberi e di nuovo un lungo costone da scavalcare, la spalla che dalla Cima dell’Albero scende a sud-ovest, sopra il Maè. Affianchiamo delle rocce che ci portano all’interno di una gola, giusto sotto la Casera Colón. Ripartiamo diagonalmente sui prati ventilati, toccandone il culmine (Col del Dou m 1840). Luogo di gran respiro, rilassante e arieggiato. Indicazioni per il Bivacco Tovanella che vediamo in basso, adagiato sulle pendici delle Pale de Coleghe. Possiamo raggiungere la Cima dell’Albero direttamente lungo la spalla, abbassandoci appena incontro alla Casera Colón e trovando infine una traccia che rimonta i ripidi pendii erbosi del versante sud. Ma preferiamo transitare senza premura alla Casera Pezzéi e il ripiano stesso dove è collocato il Bivacco Osvaldo Tovanella. In muratura, può ospitare una decina di persone ed è curato dal CAI di Longarone (m 1688, ore 3,00). Sono terrazze erbose ai piedi della Cima de la Serra che insistono orizzontalmente lungo le Pale de Coleghe. Luoghi che ci riportano al lontano 1848, i primi tafferugli e gli scontri armati veri e propri per l’indipendenza del Lombardo Veneto dall’Austria. Siamo ormai sulla testata del vallone che termina poco sopra di noi, alla Forcella di Pezzéi (indicazioni). Un paletto con il segnavia, poi un altro, conviene aggirare i saltini a destra, tra la vegetazione e si rientra poi sui collinotti superiori. Le pietre sono state raggruppate per guadagnare metri di pascolo. Ci spostiamo verso Forcella Sesarola (m 1848), un centinaio di metri più avanti ed è curioso questo doppio toponimo per lo stesso valico. Qui troviamo indicazioni per la discesa, ma vediamo anche la nostra meta e abbiamo modo di studiarne l’avvicinamento. Si presenta come un anfiteatro misto erba e roccia. Individuiamo il punto più alto perché vi è piantato un cartello in metallo. Una prima fascia rocciosa si supera facilmente sulla sinistra. Ci avviciniamo senza calare sul prato sottostante e scopriamo, infatti, la traccia che la scavalca. Sul catino superiore puntiamo la cima, trovando ancora delle tracce, appena sotto il risalto finale. A destra, si accede finalmente a questo pulpito regale (Cima dell’Albero m 2018, ore 4,00).
Tempo totale salita ore 4,00.
Dislivello salita m 1360.
Ritorno:prima qualche metro lungo la cresta invasa dai mughi, si cala poi ripidamente alla Casera Colón, che vediamo in basso e scendendo ancora s’interseca il sentiero percorso in salita. In ore 2,30 siamo alla macchina.
Conviene però, a questo punto, ritornare alla Forcella Sesarola e discendere al paese di Podenzoi lungo tutto il versante orientale. Riusciamo a chiudere così un anello interessante e conoscere a fondo l’intera montagna. Dalla Forcella (indicazioni), caliamo tosti sul 484 e la boscosa Val Tovanella, spostandoci progressivamente sulla destra. Passiamo il verde Campìcol de la Sesarola (m 1695), dove è stata recentemente costruita una piccola casetta in legno. Alberi più fitti oscurano il nostro cammino, passiamo un fiume di sassi, dove a primavera convogliano le acque di fusione. Risaliamo la spalla nord-orientale della Cima dell’Albero e per cengia spettacolare doppiamo la Forcella Busnìch, portandoci finalmente sopra la vallata del Piave. Poco oltre, appena sfilate le creste del Col Sirón, un bel pulpito panoramico dove sostare. Il vento porta già i rumori del traffico, ma non importa, è tempo di scendere. In breve siamo sui prati di Casera Busnìch (m 1563), una fontana e una panca rubano altri dieci minuti alla nostra tabella di marcia. Luogo che porteremo nel cuore. Proseguiamo dall’altra parte, un paletto con segnavia indica dove calare nel bosco. Sul costone successivo un’altro spiazzo erboso e vediamo il paese di Podenzoi qualche centinaio di metri in basso. Giù ripidi, continuiamo a spostarci a sud, assecondando le rientranze del monte. Un corrimano in acciaio, aiuta ad attraversare un torrente, utile probabilmente nei momenti di piena. Altri passaggi sopra scoli d’acqua, l’ultimo dei quali con l’aiuto di un ponticello. Gli alberi ci accompagnano fino in paese. Il sentiero diventa stradetta, ovviamente spalleggiata dai muretti di sassi. Le prime case e sbuchiamo infine a cinque metri dalla macchina (ore 2,30 dalla Cima dell’Albero).