Sabato 14/01/2012 da solo
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Carta 1/25.000 :
Impegno :
ore 1,45
ore 3,30
m. 450
Tabacco foglio 51
T - E
Itinerario che ci riporta indietro con gli anni. L’Esercito Imperiale fa breccia a Caporetto e rompe di colpo la logorante ed inconcludente guerra di trincea che si sta combattendo fino a quel momento. Incalza sull’Esercito Italiano, che in piena ritirata s’attesta sulle sponde del Piave e sulle ultime elevazioni prima della Pianura Padana. Si fronteggiano ancora per un anno intero, nel periodo conosciuto come Battaglia d’Arresto e poi del Solstizio. Gli Italiani rovesciano le sorti del conflitto, inseguono e portano alla resa gli avversari con la successiva Battaglia di Vittorio Veneto. Il Generale Cadorna e gli alti comandi italiani a suo tempo, avevano fatto fortificare il Monte Grappa in previsione catastrofica di una disfatta sul fronte, cosa che è poi accaduta. Vi avevano costruito strade e trincee, studiando anche dove piazzare i cannoni che erano diventati poi fondamentali per la vittoria finale. Sul settore orientale del Grappa, tutta la linea Monfenera-Monte Palón era prima linea ed era stata in parte conquistata dagli Austriaci. Non riuscivano tuttavia ad avvicinarsi all’artiglieria italiana che batteva costantemente la vallata di Alano e del Piave. Questi luoghi ora si possono avvicinare facilmente, visitando le trincee in parte ristrutturate dal Gruppo Alpini di Possagno, aiutati anche dai volontari di altre Associazioni. Un’impresa enorme che ha richiesto almeno due anni di lavoro, con sacrifici e una grande passione per la nostra storia.
Percorso:sulla Strada Feltrina, all’altezza dell’Ossario Francese, prendiamo la laterale che entra in Pederobba. Ha inizio sulla destra la strada 141(indicazioni per le Malghe), che sale piacevolmente il bosco soprastante e con qualche svolta guadagna la dorsale della Monfenera e del Monte Tomba. Questo luogo ha visto masse di soldati di entrambi gli schieramenti, mandati allo sbaraglio e alla morte. Il 30 dicembre 1917, gli Chasseurs des Alpes (gli Alpini Francesi), approfittando del momento in cui la 50° Divisione Austroungarica dava il cambio ai Tedeschi occupavano la dorsale, tenendola poi fino al ritiro delle truppe nemiche dal settore Monte Grappa. La vegetazione copre a fatica il terreno disseminato di trincee e crateri delle esplosioni. Proseguiamo dritti fino alla Trattoria da Miet, dove viene a congiungersi anche la strada proveniente da Alano di Piave. La seguiamo a ritroso parcheggiando poco più avanti, all’altezza della Malga Doc (m 865, dieci chilometri dalla Feltrina). Siamo sul confine delle province di Treviso e Belluno e buttando lo sguardo a ovest possiamo intuire lo sviluppo dell’intera camminata. Notiamo un paletto con la sigla TV1(Altavia Prealpi Trevigiane), qui ha inizio il sentiero 212. Partiamo dunque lungo il prato panoramico, paralleli ad una stradina bianca appena più bassa che useremo poi per ritornare alla macchina. Puntiamo il primo rialzo boscoso, affianchiamo una pozza d’acqua e la recinzione spinata seguendo la traccia che si fa sempre più marcata e compaiono anche i primi segnavia bianco-rossi. I tratti ripidi sono scalinati anche per preservare il sentiero altrimenti cedevole. I solchi delle trincee sono dappertutto ed evidenziano la complicata logistica di queste opere di guerra. Attraversiamo una prima cintura trasversale che cinge l’altura, ne seguono altre anche ristrutturate, ora che siamo ormai prossimi alla cima di Castel Cesil (m 1141, ore 0,50). Bacheche tematiche illustrano lo svolgersi degli eventi bellici. Questo caposaldo doveva coprire il fianco del Monte Palón e le sue artiglierie in caverna. Calando a sinistra, abbiamo modo di sbucare sulla strada asfaltata, se optiamo per un eventuale rientro anticipato, ma vale la pena proseguire oltre la croce. Perdiamo qualche metro fino ad un crocevia e poi ancora sul sentiero 212 che sfrutta per buoni tratti i solchi delle trincee. Arranchiamo fino alla base dell’enorme croce, che precede gli arroccamenti e tutta la linea difensiva del Monte Palón. Non resta che seguirne lo sviluppo finale. Va detto che la strada delle Malghe passa accanto a questo sito, prima di salire verso Cima della Mandria e scollinare all’interno del Grappa. Troviamo sicuramente altre persone che s’aggirano curiose lungo i camminamenti e dentro le brevi gallerie che ospitavano i cannoni. Tutto è stato meticolosamente ricomposto, oltre i reticolati si dominano le vallate di Alano e del Piave, dove sopraggiungevano le ondate d’attacco Austriache e si capisce l’importanza strategica di questo insignificante cocuzzolo erboso. Qualche passo sopra il locale predisposto a bivacco, la cima del Monte Palón risalta appena sul regolare profilo anonimo che insiste ancora incontro al nodo centrale del Grappa (m 1305, ore 1,45). Sdraiamoci al sole, cercando d’immaginare la situazione di allora e forse sentiremo ancora fischiare le pallottole.
Tempo totale salita ore 1,45.
Dislivello salita m 450.
Discesa: anziché ripercorrere a ritroso il sentiero 212, proponiamo un rientro alternativo lungo i boscosi pendii settentrionali, distensivo e altrettanto legato ai ricordi della guerra. Ridiscesi alla grande croce, c’incamminiamo dunque sulla strada sterrata che dà accesso alla Malga Barbeghera (indicazioni), posta in capo al costone che spalleggia la Val Nusie (m 1198). Qui un cartello indica il sentiero 840. Ci abbassiamo lungo una pista battuta fino ad un tornante e attraversiamo una zona di pascolo dove la traccia è poco leggibile. Oltrepassato il recinto diventa un solco inequivocabile e s’infila presto tra gli alberi. Passiamo un edificio e assecondiamo un crinale erboso che termina in un bel prato nei pressi di un casolare, in località La Fossa (m 862, indicazioni). Prendiamo la strada sterrata che punta la dorsale della Monfenera, mantenendoci alti alla successiva diramazione. Prima pianeggiando e poi recuperando anche di dislivello, sbuchiamo infine vicino alla nostra macchina (ore 1,45).