Domenica 07/10/07 da solo
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Carta 1/25.000 :
Impegno :
ore 2,45
ore 4,45
m. 1200
Tabacco foglio 25
EE
Una cavalcata nel Celo. In autunno, quando la natura esagera con i colori ed i contrasti. In particolar modo dopo le piogge, si specchiano al sole i boschi ancora carichi di goccioline sospese. Si spingono alti sulla Val de le Pontesìe, artigliati alle rocce grigio rosa che ben conosciamo e li sovrastano, smorzandone i toni accesi contro l’oltremarino infinito. I sentieri sono bagnati allora e sul ripido scivolosi, le radici e le foglie stesse, come saponette minacciano la caduta ad ogni passo. Ma ciò che si vede, soprattutto dalla vetta, mette tutto in secondo piano. Anche il disagio di una levataccia e un paio d’ore di macchina, a questo punto diventano meno pesanti, trascurabili.
Percorso:da Agordo si prende la strada per il Passo Duràn. Arrivati a La Valle, si svolta a destra aggirando la chiesa e si prosegue verso le case di Conaggia e la Val de le Pontesìe. Su sterrato, fiancheggiando il campo di calcio, si entra tra gli alberi paralleli al Torrente Bordina, fino ad uno spiazzo dove bisogna lasciare l’auto. (m 900 circa) La strada si arrampica ora con qualche tornante asfaltato, incontro alla Malga la Foca. Si devia prima, presso la Madonna dei S’Ciàr, prendendo una scorciatoia segnalata che sale ripida il versante nord del Monte Celo, alla Forcella Fólega ed in breve alla Baita Fólega, (m 1540) in ore 1,30. Finalmente il sole in faccia, è l’attimo che si esce dal bosco sulla radura, dove poco più avanti è posta la casera. Si prende fiato scattando delle foto, che difficilmente sapranno restituirci la gioia che proviamo in questi istanti. Forcella Póngol è vicinissima, qui transita anche il sentiero 545 che sopraggiunge dal versante opposto. Noi scartiamo a destra in leggera salita, un cartello rassicura i dubbiosi. A zig e zag tra i mughi, si guadagna quota facilmente, là dove il monte lo permette. Si aggira qualche spuntone spostandoci dai pendii orientali, in faccia al Valaràz, di nuovo a nord seguendo la traccia ottimamente segnalata. Alcuni passi più ripidi, anche se non esposti, con l’erba bagnata richiedono un ulteriore sforzo ad uscirne. Finché gli scorci s’allargano e in un labirinto di mughi nani, guadagniamo lo spiazzo più alto con l’omino e due rametti legati a croce. (m 2083) in ore 2,45 dal parcheggio.
Tempo totale salita ore 2,45.
Dislivello salita m 1200 circa.
Ritorno:può avvenire anche lungo il canalone della Cavalèra, che separa il Monte Celo dal Corno de Val. Niente di difficile, solo più ripido ed altrettanto ben segnalato. Dalla croce si prosegue in cresta, calando presto all’intaglio che divide le due tozze cime, chiamato Forzelòt del Zélo. Giù sulla destra ora, i segni ci aiutano ad evitare i salti di roccia e a perdere quota velocemente. Incrociamo il 541che a destra, su cengia erbosa e poi dentro il bosco ci riporta alla Forcella Fólega (ore 1,00 più un’altra ora alla macchina).