03/11/2007 con Fabio
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Impegno :
Carta 1/25.000 :
ore 2,30
ore 4,00
m. 350
EEA due brevi tratti ferrati richiedono prudentemente imbrago e moschettone
Tabacco foglio 15
Il Nuvolau è un lungo costone inclinato, che espone i suoi dirupi cattivi a sud ovest. In un crescendo regolare arrivano al culmine dov’è posto il Rifugio Nuvolau, si abbassano di poco per poi riprendere lo slancio incontro alla Gusela, piantata sopra il Passo Giau. Proprio da questo valico, in particolar modo, si fa ammirare e fotografare, in posa come poche altre pareti dolomitiche, compone quel quadro che è forse la carta d’identità stessa del Gruppo del Nuvolau e di tutta la zona adiacente. Quel sito poi è un vero nido d’aquila, troppo desiderato per chi lo vede adagiato su quelle creste panoramiche. Conosciuto e visitato da sempre, è raggiunto nel modo più naturale e facile possibile, dalla Forcella Nuvolau, offrendo dalla sua terrazza, l’impressione di librarsi nel vuoto. Viene raggiunto, in verità, anche da un secondo itinerario parzialmente attrezzato, che vince la bassa cornice rocciosa del versante nord. Superfluo, secondo alcuni, rende in ogni caso più completa l’ascesa alla cima, permettendoci di chiudere un percorso ad anello di grande soddisfazione.
Percorso: dal Passo Giau (m 2236), si punta la Gusela: quella grossa torre di pietra che sfida il cielo e la forza di gravità. Cattura lo sguardo, anche perché sembra innalzarsi direttamente da quel lungo cordone prativo, che si lega al Passo stesso, alle spalle del Rifugio Giau. La si affianca però sulla destra (sentiero 443 e 438), con lievi alti e bassi, insistendo tra i massi di un’antica frana. Si notano ancora le tracce del vecchio percorso attrezzato Ra Gusela, deviare troppo presto incontro a delle rampe friabili e pericolose. Proseguiamo quindi ancora a nord, aggirando un paio di avvallamenti, fino ad un segnavia. A zig zag attacchiamo il pendio a sinistra (sentiero 438), faticosamente, fin sotto le rocce, a doppiare lo spuntone che si notava prima dal basso. Qui ha inizio il breve tratto ferrato (Ferrata delle Nuvole), anche con una scaletta, vince il ripido salto che porta al tavolato superiore. Bello il colpo d’occhio, all’uscita sul piano che dobbiamo obbligatoriamente attraversare, per raggiungere il Rifugio Nuvolau. Su anfratti da saltare o aggirare e senza perdere inutilmente quota, andiamo a risalire le ultime rocce esposte ma attrezzate. Posiamo finalmente i piedi sui pochi metri quadrati in piano, occupati dall’edificio (m 2575, ore 2,30).
Tempo totale salita ore 2,30.
Dislivello salita m 350 circa.
Ritorno: discesa veloce (sentiero 439) alla Forcella Nuvolau (m 2413), dove è posto il Rifugio Averau in ore 0,30. Giù ancora, lungo i prati che guardano il Monte Pore, seguendo un solco (sentiero 452) che si mantiene a sinistra, alla base delle pareti. Evitiamo l’aggiramento di un avancorpo roccioso e la conseguente perdita di quota, tagliandolo all’interno con qualche passo ripido ma non difficile. Di nuovo in salita ora, per sfasciumi e massi, a dominare i tornanti della strada che sale al valico, finalmente e faticosamente ci ricolleghiamo al sentiero 443 e al Passo Giau (ore 1,00 dalla Forcella Nuvolau).