MONTE RINALDO




Martedì 10/08/2010 da solo
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Carta 1/25.000 :
Impegno :
ore 2,40
ore 4,30
m. 1223
Tabacco foglio 01
EE 1° nel finale


Montagna piantata al centro del Comelico. Dalla sua cima si studia il territorio fino al confine con l’Austria. Il dislivello notevole e l’arrampicatina finale, la indirizzano sicuramente all’escursionista allenato e sicuro di se. Gli ultimi duecento metri, infatti, si procede sulla roccia, soppesando gli appoggi, impossibilitati a capire quanto manca alla vetta e dove si trova la stessa. Induce un malessere e un’agitazione che solo chi è abituato riesce a gestire. Tuttavia le scarse difficoltà di progressione e la scarsa esposizione dei vari passaggi, ci spingono a forzare anche colui che normalmente si astiene da queste imprese. Proverà una gioia nuova quando verrà a capo di questa muraglia e scoprirà che in discesa sarà ancor più facile, individuando meglio i segnavia e la traccia appena salita.

Percorso:
a S.Stefano di Cadore, risaliamo contro corrente il Fiume Piave, in direzione Sappada. Un paio di chilometri dopo la frazione di Presenaio, svoltiamo a sinistra (indicazioni), giusto prima della galleria e delle Miniere di Salafossa. Ora risaliamo controcorrente il Fiume Cordevole, costretto a piccoli balzi nelle strettoie, dentro l’impluvio, che accompagna all’imbocco della Val Visdende (km 3 circa). In località Cimacanale, appena oltre la sbarra, parte il sentiero 130 e parcheggiamo la macchina dopo aver pagato il pedaggio. Poco male, approfittiamone per visitare anche tutta la Valle, una volta scesi dalla cima del Monte Rinaldo (Cimacanale m 1250). Per stradina sterrata chiusa al traffico e comunque impercorribile, ci alziamo di un paio di tornanti, fino ad uno slargo tra gli alberi. Prosegue un sentiero ben battuto, in costa e a tratti assai esposto (segnavia bianco-rossi sui tronchi). Per cenge erbose, con brevi traversi, superiamo facilmente le prime fasce rocciose del monte. Un albero abbattuto lo passiamo tra i rami e ne aggiriamo le radici superiori. Un ripiano adagia il cammino, sempre all’ombra dalle piante, rilassa i muscoli delle gambe. A poco a poco montiamo tutta la spalla occidentale, spostandoci sul fianco destro e allungandoci sempre più all’interno della grande rientranza chiamata Valle delle Forcellette, che caratterizza questa montagna. Notiamo mura a secco che sostengono il sentiero stesso e anche la roccia sembra scavata in prossimità dei secchi tornanti, per ricavarne lo spazio sufficiente. Le cenge affiancate alle rocce sono una costante di questa salita, tuttavia, a parte qualche breve strappo, si procede facilmente e sempre con più interesse. Non riusciamo però ad identificare la vetta, non ci resta che farci portare dai segnavia e dalla traccia ben segnata. Attraversiamo la breve sassaia del canalone e sui ripidi prati opposti, andiamo a guadagnare il catino superiore. In gran parte ricoperto d’erba e fiori e punteggiato di massi bianchi. Rimaniamo abbagliati, mentre i camosci in fuga sulle pareti, provocano continue cadute di sassi. Seguendo gli omini, ripassiamo a sinistra del letto sassoso e prolunghiamo fino ad affiancare un trincerone ghiaioso. Le tracce si fanno confuse, dobbiamo attraversarlo e continuare a salire la costola prativa fino alla Forcella Grande (fino a qui ore 2,00). Se ne segue il filo verso destra, alzandoci oltre i primi gradini elementari. Una breve rampa su detriti instabili riporta alla prudenza. Doppiamo un paio di forcelle e proseguiamo diagonalmente appena sotto le creste, lungo un corridoio naturale. I bolli rossi sbiaditi ci portano sulle roccette di destra, più delicate che difficili. I detriti infatti, sono sparsi ovunque, ma la roccia sembra buona (qualche passo di 1°). Rimontiamo il pendio nord, per traccia ghiaiosa, aggirando un grosso spuntone. Si raggiungono le crestine superiori, deviando nuovamente sul lato occidentale (ancora due gradini di 1° non esposti) e con un ultimo traverso concludiamo alla piccola croce di legno (m 2473, ore 2,40). Scopriamo le montagne del Comelico.

Tempo totale salita ore 2,40.
Dislivello salita m 1223.


Ritorno:lungo il medesimo percorso.