Venerdì 23/03/2012 da solo
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Carta 1/25.000 :
Impegno :
ore 3,30
ore 6,00
m. 1200
Tabacco foglio 23
EE percorso ripido ed esposto
Montagna passata alla cronaca perché coinvolta in un recente incendio che si è bruciato almeno 150 ettari d’erba e bosco. Abbiamo ancora presenti le immagini televisive, con gli elicotteri che cercano di spegnere le fiamme sospinte dal vento. Impressionanti pure le riprese notturne, con il profilo occidentale del monte disegnato dal fuoco. La natura stessa, principalmente erbosa e boscosa del San Mauro è una miccia fin troppo facile da accendere, e non esistono motivi validi e scusanti per azioni così criminose. La via normale alla cima del San Mauro sale l’opposto versante e ci risparmia per fortuna, uno spettacolo che sprigiona rabbia e impotenza allo stesso tempo. Situazione certo non ideale in questi frangenti, durante una salita che richiede invece assoluta concentrazione e tranquillità. Un viaz vero e proprio, che, se non supera il primo grado nella scala delle difficoltà, ci porta comunque per cenge erbose ripidissime dove un’eventuale caduta risulterebbe fatale. I versanti meridionali, soprattutto del vicino Monte Grave, mostrano distese prative ingannevolmente pacifiche, che sono invece assai insidiose quando si avvicinano. Ma questo è quello che cerca l'escursionista esperto ed aperto alla scoperta, catturato dagli ambienti non addomesticati, che ancora lo affascinano. Anche se quasi non tocchiamo la roccia, siamo più che appagati.
Percorso:a Villabruna (5 chilometri da Feltre) svoltiamo incontro alla montagna, seguendo le indicazioni per Grun, Lasén e Arsón. Guadagniamo in quota sulle dolci colline fiorite o coltivate. Gli occhi si piantano sulla bella Villa De Mezzan e le stupende case rustiche di Grun. Passiamo un vecchio mulino e il Torrente Stien, arrivando dopo un paio di tornanti al successivo bivio per Arsón. A destra, in breve raggiungiamo una chiesetta che precede l’entrata in paese. Notiamo le indicazioni per S.Mauro e saliamo l’erta stradina a sinistra fino in località “Al Zot” (m 602). Insistendo ancora parcheggiamo infine dove comincia il sentiero 819 (km 5 da Villabruna). Iniziamo la camminata dentro il bosco, lungo una mulattiera sassosa e ben tenuta, accompagnati dal rumore delle motoseghe. Un percorso molto battuto soprattutto dai locali, che regolarmente si recano in visita alla chiesetta di S.Mauro. Poco più su infatti, troviamo la segnaletica: “Percorso tematico chiesette pedemontane”. I segnavia evitano dubbi su possibili deviazioni. Nei pressi di una seconda cisterna d’acqua termina anche la strada. Proseguiamo dritti ora, per un sentiero che taglia il costone occidentale del Monte Grave e punta la netta depressione che lo divide dal Monte San Mauro. La franosità del sentiero, ha imposto in questo punto la posa di qualche metro di corda metallica. Saliamo la ripida balza successiva e troviamo una croce piantata su un poggio panoramico; due miseri legni incrociati, segnavano un tempo l’inizio della preghiera per le genti che venivano ad invocare la pioggia. Con diverse svolte ancora, tra gli alberi sempre più radi, vediamo la chiesetta di San Mauro e la raggiungiamo (m 1268, ore 1,20 dalla macchina). Posta sopra un balcone che domina la piana feltrina, a ridosso ormai del cordone roccioso che sostiene la cima. La struttura è bella nella sua semplicità e a quanto si legge difficile da datare. La prima domenica di giugno di ogni anno, il parroco di Arsón vi celebra una messa, ed è festa per le genti locali, una tradizione che si mantiene viva nei secoli. Appena sopra l’edificio, una panca è utile per una sosta meditativa e il crocicchio indica a destra la ripresa del sentiero 819 (anche a sinistra si arriva alla cima e le difficoltà sono medesime). Ci riportiamo sull’avallamento che divide Il San Mauro dal Monte Grave, sulla verticale della stessa Forcella San Mauro e qui abbandoniamo il “Percorso tematico chiesette pedemontane”. Brevi e ripide svolte ancora fino al vicino intaglio ventilato (Forcella San Mauro, m 1406, ore 1,50). A sinistra ora, la traccia è ancora buona e facile, ma dobbiamo verificare la scivolosità dell’erba: se la tenuta è precaria torniamo indietro senza esitare, avremo sicuramente giornate migliori per riprovarci. Assecondiamo quasi tutto il versante sud del monte, sempre su pendio erboso molto ripido e insidioso. Senza guadagni di quota, oltrepassiamo una ad una le varie rientranze, attaccandoci con le mani dove possiamo. Il passo delicato e attento, la concentrazione sempre al massimo (tre chiodi semplificano un breve strappo verso l’alto). In capo all’ennesimo dosso roccioso la traccia scompare, ma notiamo un omino (l’unico) poco più avanti. Probabilmente il sentiero sarà ripristinato da qualche volontario del posto o da qualche associazione, cerchiamo nel frattempo di arrangiarci come meglio possiamo. Dopo essere risaliti di una ventina di metri, attraversiamo anche questo valloncello erboso, portandoci appena più alti dell’albero che vediamo dall’altra parte. Ci troviamo dentro un catino chiuso dalle rocce, solo in un punto si nota un corridoio buono per passare al piano superiore. Dobbiamo avvicinare questa cintura di rocce sopra la nostra testa e troveremo la traccia che proviene anch’essa dalla chiesetta sottostante, lungo un percorso alternativo. A destra dunque, attraverso il varco, imbocchiamo il pendio finale che termina a ridosso delle crestine della cima. Un prato ripido che si vince con determinazione, ci si aiuta spesso con le mani (meglio con i bastoncini, se li abbiamo). Ci teniamo piuttosto nel centro, approfittando anche di qualche scalino e finalmente tocchiamo le roccette finali. A questo punto una vale l’altra, ci siamo meritati la cima del Monte San Mauro (m 1836, ore 3,30 dalla macchina).
Tempo totale salita ore 3,30.
Dislivello salita m 1200.
Ritorno: lungo la via di salita.