Domenica 14/11/2010 da solo
Tempo salita :
Percorso intero :
Dislivello salita :
Carta 1/25.000 :
Impegno :
ore 3,50
ore 6,05
m. 1170
Tabacco foglio 16
E
Sono i risalti conclusivi di un articolato sottogruppo, che il Monte Antelao spinge a sud-est fin sopra Pieve di Cadore e il grande lago artificiale sul Fiume Piave. Delle onde regolari sempre più basse e mansuete, che mantengono tuttavia una propria individualità e offrono dei buoni motivi per salirle. Quando le prime nevi aggrediscono i colossi maggiori, ripieghiamo allora su queste cime secondarie. Inferiori non certo per il panorama, comunque esteso e gratificante, essendo posti sopra il nodo dove confluiscono tre valli importanti. Se ne accorsero anche i militari italiani a suo tempo, quando sentori di guerra imposero la costruzione immediata, anche qui, di una linea di difesa e un paio di strade che portassero alle postazioni sulle cime. Queste strade sono ancora oggi praticabili con i fuoristrada e dal paese di Valle di Cadore, esiste anche un servizio navetta che accompagna al Rifugio Costa Piana. Noi però vogliamo arrivarci per sentiero. Costerà più fatica, certo, ma non respireremo gli scarichi delle auto che ci sorpassano lungo il cammino. Affiancheremo, sia pure per breve tratto, il Ru Secco: il piccolo corso d’acqua passato alla storia, teatro della battaglia svoltasi cinquecento anni fa tra le milizie veneziane-cadorine e le truppe imperiali di Massimiliano 1 d’Asburgo. La famosa Lega di Cambrai, nata per ostacolare e possibilmente stroncare l’espansione veneziana nel suo periodo d’oro.
Percorso: Nebbiù (m 956) è una frazione di Pieve di Cadore e ci si arriva deviando a nord dalla SS 51 che porta a Cortina d’Ampezzo. Un paio di chilometri, sfiliamo tra le case del paese fino ad una fontana e una Madonna e a destra lasciamo l’auto sul parcheggio della chiesa. Sulla stessa fontana, troviamo le indicazioni per la Cascata del Pissandro e il Rifugio Antelao. A piedi dunque, lungo l’ultima vietta e le ultime case. Oltre il divieto di transito si prosegue dentro il bosco, non prima però di aver sostato alla fotogenica Chiesetta di S. Bartolomeo o Chiesa vecchia. Purtroppo chiusa, affascina come tutti gli edifici datati che hanno una storia alle loro spalle. Bello anche il suo vialetto d’entrata. La strada asfaltata penetra dentro la valle, quasi fino alla piccola cascata del Pissandro. L’abbandoniamo quasi subito, appena dopo il ponticello sul Ru Secco. Il sentiero 254 stacca a sinistra (indicazioni per Forcella Antracisa e Rif. Antelao) e ci porta alti sulla destra orografica della Val Marilongo. Ignoriamo una diramazione, i segnavia non mancano sui tronchi degli alberi. Il sentiero s’appoggia alle rocce, una cengia lavorata insegue alta il fondo della valle (“Salto del mus”), giusto sulla verticale della cascata e ne sentiamo l’incessante fragore. A monte della stessa, s’annulla lo sfasamento di quota e possiamo attraversare facilmente le acque del Torrente Marilongo, grazie ad un ponticello. Prolunghiamo sul versante opposto per comoda stradetta, fino a quando un cartello c’indica il prosieguo a sinistra del sentiero 254. Con più fatica raggiungiamo ora dei fienili in località Pezuò. Rimontiamo un crinale, il sentiero si fa profondo e tortuoso, quasi una pista di bob riempita d’aghi e fogliame, che ammorbidiscono passi sempre più faticosi e sofferti. Ne veniamo a capo e con un altro paio di svolte sbuchiamo finalmente sugli scoli limacciosi di Forcella Antracisa (m 1693, ore 2,00). Uno slargo tra gli alberi che divide le opposte cupole del Monte Trànego e del Col de la Cross. Troviamo una casetta privata e oltre la stradina militare anche la Capanna Tita Panciera, che offre un’occasione per tirare il fiato. A destra dunque, non ci sono indicazioni per il Monte Trànego, ma basta seguire la stradina sterrata perlopiù pianeggiante, lungo i fianchi meridionali della montagna. Siamo appena sotto le gobbe finali alberate e le andiamo ad aggirare fino ad una selletta. Abbandoniamo qui, la strada che scende a tornanti fino al paese di Pozzale e pieghiamo incontro all’appariscente ripetitore posto quasi sulla cima. Oltre la curva, l’ex casermetta militare trasformata in rifugio e alle sue spalle la breve rampa che conduce sul punto più alto del Monte Trànego (m 1849, ore 2,20). Panorama che stupisce, vista la modesta altitudine in cui ci troviamo.
Ritornati sui nostri passi, oltrepassiamo Forcella Antracisa e proseguiamo per la strada militare che più avanti conclude al Rifugio Antelao. Scartiamo prima a sinistra, seguendo le indicazioni per S. Dionisio e il Rifugio Costapiana. Giriamo sul lato meridionale anche di questa montagna. Sempre in leggera salita lo tagliamo tutto, affrontando con la neve, qualche probabile grumo da scavalcare. Si passa comunque facilmente e si raccorda più avanti, sulla stradina militare 251 che sale dal paese di Valle (indicazioni). Percorribile con i fuoristrada, vi è svolto inoltre un servizio navetta che accompagna il turista fino al Rifugio Costapiana. Assecondiamo il suo prosieguo con un paio di tornanti, fino al comparire della chiesetta posta sul prato finale del Colle di San Dionisio (m 1946). La piccola Cappella originale risale al 1508, la chiesa attuale ai primi del secolo scorso. Davvero un bel posto. Sotto la neve s’ intuiscono i solchi delle trincee e ne seguiamo lo sviluppo incontro al vicino e più alto Col de la Cross (m 1967, ore 3,50).
Tempo totale salita alle due cime ore 3,50.
Dislivello salita m 1170.
Ritorno:il Rifugio Antelao è sotto di noi, giusto sulla testata della Val Maissima, cordone ombelicale che unisce la montagna in cui ci troviamo alle vicine Crode de San Piero. Dal crocicchio caliamo diagonalmente il ripido sentiero 251 sul fianco settentrionale, sfiliamo tra la vegetazione sulle gobbette del crinale e sbuchiamo a Sella Prodonega. Oasi prativa, al centro di boschi rigogliosi ed invadenti. Avanzano incontrastati, occupano ormai per esteso pendii e ripiani che l’uomo ha domato in passato e abbandonati poi al loro destino. Vi è posto il Rifugio Antelao (m 1796, ore 0,20 dalla cima del Col de la Cross). Appoggia i percorritori dell’Altavia n° 4 e 5, ma soprattutto accoglie gli abitudinari domenicali, nostalgici della montagna e dell’aria fresca, che coronano la giornata con un buon pasto in rifugio. Di nuovo sulla strada militare (sent. 250), a ritroso fino a Forcella Antracisa e al paese di Nebbiù lungo il percorso d’andata che ben conosciamo (ore 2,15, dal Col de la Cross).